Le navi permanentemente utilizzati dalle ONG al largo della costa libica

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Fenice Il Phoenix è una delle due navi Moas. La nave è regolarmente avvistato nelle acque territoriali della Libia. Si è registrata in Belize, America del Sud. Tuttavia, la nave è di proprietà e gestito dai maltesi per portare gli immigrati a Italia. Sito web: MOAS

Topaz Responder Il Topaz Responder, un vaso di risposta di emergenza su misura 51 metri, che ospita due lanci di salvataggio ad alta velocità. La nave è gestita in combinazione con MSF. Questo è uno dei tre traghetti che possono trasportare centinaia di persone in una volta sola. La nave è registrata alle Isole Marshall. Sito web: MOAS

Iuventa Iuventa è registrato sotto la bandiera dei Paesi Bassi e di proprietà della ONG tedesca Jugend Rettet. Sito web: Jugend Rettet .

Golfo Azzurra Il Golfo Azzurro è utilizzato da ‘Boat Refugee Foundation’ gli olandesi. Golfo Azzurro opera sotto la bandiera di Panama. La Fondazione barca Refugee charter della nave per un prezzo simbolico. Sito web: Bootvluchteling .

Dignità Dignità 1 è registrato sotto la bandiera di Panama. Crediamo che la nave appartiene a Medici Senza Frontiere. Sito web: MSF .

Bourbon Argosjpg I Argos borbonici, una nave di Medici Senza Frontiere. Si tratta di una delle tre navi utilizzate per trasportare le persone dai vasi più piccoli in Italia. La nave è attualmente registrato sotto la bandiera del Lussemburgo. MSF .

Acquario L’Acquario è una delle tante navi gestite da Medici Senza Frontiere. Si è registrato sotto la bandiera di Gibilterra. Sito web: MSF .

la tua Hestia La ricerca e soccorso nave Vos Hestia, noleggiata dalla carità Save The Children, come molti dei vasi ONG è sotto la supervisione del sito italiano Guardia Costiera: Save the Children .

Astrale Proactiva Open Arms opera Astrale. Abbiamo individuato l’Astral molte volte nelle acque territoriali libiche. La nave è scomparsa in maniera regolare dai AIS monitoraggio siti web. Sito web: Proactiva Open Arms .

Sea Watch 1A La MS Sea-Watch I è posseduto da un’organizzazione con sede a Berlino. Si lavora a stretto contatto con Watch The Med, una rete transnazionale di persone che combattono contro il regime dei confini europei, e richiedono un passaggio libero e sicuro per l’Europa. Sito web: Sea-Watch .

Sea Watch 2jpg La MS Sea-Watch II è di proprietà di un’organizzazione con sede a Berlino. Si lavora a stretto contatto con Watch The Med una rete transnazionale di persone che combattono contro il regime dei confini europei, e chiedono un passaggio libero e sicuro per l’Europa. Sito web: Sea-Watch .

Audurjpg L’Audur è registrata sotto la bandiera dei Paesi Bassi. Non sappiamo a chi appartiene questa nave.
Sea Eye La MS Sea-Eye è di proprietà di Sea-Eye-eV. Michael Buschheuer da

Regensburg, in Germania, e un gruppo di familiari e amici ha fondato l’organizzazione non-profit di soccorso in mare Sea-Eye eV Sito web: Sea-Eye .
veloce La Speedy è un motoscafo di proprietà di Sea-Eye-eV. La nave è confiscata dal governo libico. Sito web: Sea-Eye .
tutto Minden è di proprietà della organizzazione tedesca scialuppa di salvataggio. La nave è attualmente registrato sotto la bandiera della Germania. Sito web: Lifeboat .

Maggiori informazioni:

Nel mese di ottobre abbiamo scoperto che quattro ONG raccolto persone nelle acque territoriali libiche. Abbiamo la prova che questi contrabbandieri hanno comunicato la loro azione in anticipo con le autorità italiane. Dieci ore prima gli immigrati hanno lasciato la Libia, la guardia costiera italiana ha diretto le ONG per lo spot “di salvataggio”: completo del conto “Catturato nell’atto: ONG deal in traffico di migranti”

L’organizzazione MOAS ha stretti legami con il famoso contractor militare degli Stati Uniti “Blackwater”, l’esercito degli Stati Uniti e la marina maltese. Pienamente conto: “Gli americani da MOAS traghetti migranti verso l’Europa”

C’è un resoconto completo sulle navi coinvolte: “Ong Armada che operano al largo delle coste della Libia” e come le persone sono incoraggio a venire in Europa: “La morte strada per l’Europa ha promosso sul web”

Caught In The Act: ONG trattano in traffico di migranti

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Software di Ship-tracking e sui resoconti dei giornalisti dimostrano che le ONG, la Guardia Costiera e contrabbandieri italiani coordinare le loro azioni. Il sistema di identificazione automatica (AIS) espone le ONG che operano nelle acque territoriali libiche. Dal momento che la cacciata del presidente Gheddafi, un numero crescente di africani sono contrabbandata in Europa. Viaggiano via Libia da dove attraversano il Mediterraneo. Diverse organizzazioni “umanitarie” o le ONG coinvolte sono una parte indispensabile del percorso smuggle verso l’Europa. Abbiamo notato che la guardia costiera italiana, le ONG e gli abitanti coordinare le loro azioni. Qualunque sia la chiamano loro, queste operazioni non possono essere classificati come operazioni di soccorso genuini.

Gli olandesi, Ong maltese e tedesco in base fanno parte della rete di contrabbando umano e ci si chiede, sono queste ONG stesse organizzazioni criminali.

Qualunque sia i motivi di queste ONG, il loro comportamento è illegale, e in paesi governati da una costituzione, vale a dire gli Stati europei, la criminalità dovrebbero essere perseguiti a prescindere dalla volontà dei suoi autori.

Abbiamo seguito i movimenti del Golfo Azzurro, il 12 ottobre. Abbiamo usato i segnali AIS Marine Traffic, Twitter e vivere le relazioni di un giornalista olandese a bordo del Golfo Azzurro.

La sera del 12 ottobre alle ore 21:15, 113 persone sono state raccolte 8,5 miglia nautiche al largo della Libia Mellitah Complex, da quattro navi delle ONG; la Fenice, l’Astral, l’Iuventa e il Golfo Azzurro. In quel momento questi quattro navi erano all’interno delle acque territoriali della Libia.
Durante questo trasporto, 17 persone sono state segnalate mancante, tra cui un bambino di tre anni.

Mercoledì 12 ottobre alle otto del mattino, la guardia costiera italiana ha informato il Golfo Azzurro sull’operazione venuta “salvataggio”, da 10 a 12 ore di anticipo; hanno diretto il Golfo Azzurro in una posizione all’interno delle acque territoriali libiche. Eveline Rethmeier, un giornalista olandese, era a bordo del Golfo Azzurro. Al 20:23 (ora UTC 18:23) ha pubblicato un video erano ‘Capo della Missione’ Mateo ha detto l’equipaggio qualcosa stava arrivando. Nel suo blog ha scritto: “Alle otto del mattino abbiamo ottenuto i messaggi che v’è una nave con problemi di 30 miglia nautiche di distanza da noi. La guardia costiera italiana ha chiesto l’assistenza nella zona. Siamo stati informati dal ‘Capo della Missione’ Mateo. Ci ha detto che dobbiamo essere preparati per gli ospiti “. 1)

La guardia costiera italiana non solo ha diretto il Golfo Azzurro alle acque territoriali libiche, ma anche la fenice, l’astrale e l’Iuventa. Secondo il Malta Today: “Erano circa le 7 di sera (12 ottobre), quando il Maritime Rescue Coordination Center di Roma ha contattato Phoenix. Eppure, era solo al 21:20 che il gommone è stato avvistato da – avvalendosi della Schiebel droni a bordo della Phoenix. In collaborazione con le altre ONG di ricerca e salvataggio della zona, un’operazione di salvataggio è stato rapidamente lanciato “. 2) Il Golfo Azzurro è stato detto a 8:00 che c’era una nave con problemi durante la Fenice è stato contattato da 10 a 11 ore dopo !
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12 ottobre

Durante la settimana che abbiamo monitorato la zona, quattro rimorchiatori italiani, tra i quali il Megrez, erano di stanza presso il Complesso di Mellitah, ed erano al minimo la maggior parte del tempo.

Mentre il Golfo Azzurro ha iniziato il suo viaggio di 30 miglia per assistere la barca da 6 a 9 miglia nautiche al largo di Mellitah, ci sono voluti 10 ore prima della Megrez, uno dei quattro rimorchiatori, ha lasciato il porto di Mellitah (20:00) nella direzione del punto di “salvataggio”.

Il Megrez navigato 6 miglia nautiche in mare aperto, 2 miglia nautiche dal punto di salvataggio. Intorno 20:40 ha raggiunto il suo punto finale e senza fermarsi si girò e tornò a Mellitah, dove è arrivato al 21:17. L’intero viaggio compreso il tempo, la data e la velocità viene registrata dai diversi AIS monitoraggio siti web.

Il Megrez, un rimorchiatore di diritto italiano, ha navigato in linea retta su e giù senza fermarsi e senza che partecipano all’operazione “salvataggio”. Sembra che il Megrez appena lasciato qualcosa in mare aperto e subito tornato a casa. Quaranta minuti più tardi, dopo la Megrez si voltò, perfettamente a tempo, la Fenice avvistato una barca con i migranti.

8,5 miglia nautiche al largo di Mellitah, all’interno delle acque territoriali libiche, le quattro navi, appartenenti a ONG europee, hanno iniziato la loro missione di “salvataggio” e raccolto 113 persone. Il porto sicuro più vicino è Zarzis in Tunisia, circa 65 miglia nautiche a ovest dal punto di “salvataggio”. Questa porta è spesso visitato da navi che operano per queste ONG. Invece di portare i migranti di Zarzis, la Fenice ha portato gli immigrati 275 miglia nautiche a nord verso l’Italia. Naturalmente, i 113 passeggeri pagati 1000-1500 euro per essere spediti in Europa e non per essere trasportato a Tunisi.
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Sulla base della nostra osservazione, si è scoperto che le autorità italiane sapevano in anticipo che ci sarebbe stata un’operazione di “salvataggio” quella notte.

Hanno contattato il Golfo Azzurro in anticipo come la nave era più di 30 miglia nautiche al largo della costa libica. Il capitano sapeva che era in programma per raccogliere i migranti, anche se non c’era ancora un segnale di soccorso. In quel momento i migranti sono stati probabilmente ancora in Libia. Alle 19:00 il Phoenix è stato avvertito dalla guardia costiera e diretto al punto di pick-up. Alle 20:00 il Megrez lasciato la Libia. 2 miglia nautiche dal punto di pick-up, alle ore 20.40 si voltò. Quaranta minuti dopo la Fenice avvistato il gommone. L’intera operazione era perfettamente programmato. 3)
Sequenza temporale
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Sembra che il “salvataggio” è una parte di un’operazione di traffico di esseri umani pericolosi ben organizzato. Il fatto che 17 persone sono scomparse non rende questa una missione di soccorso. Gli organizzatori e coloro che sono coinvolti sono interamente responsabili per la sicurezza dei loro passeggeri e dovrebbero essere ritenuti responsabili.

NGOs are smuggling immigrants into Europe on an industrial scale

Le ONG contrabbandano immigrati in Europa?

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Qualcosa di molto strano accade nel Mediterraneo Gefira – South FrontPer due mesi, utilizzando marinetraffic.com, abbiamo monitorato i movimenti delle navi di proprietà di un paio di organizzazioni non governative e, utilizzando i dati di data.unhcr.org abbiamo tracciato l’arrivo quotidiano di immigrati africani in Italia. Abbiamo scoperto di essere testimoni di una grande truffa e di un’operazione di traffico illegale di esseri umani. ONG, contrabbandieri e mafia in combutta con l’Unione europea hanno spedito migliaia di clandestini verso l’Europa con il pretesto di salvarli, assistiti dalla guardia costiera italiana che ne coordina le attività. I trafficanti di esseri umani contattano la guardia costiera italiana per ricevere aiuto e raccogliere i loro dubbi carichi. Le navi delle ONG vengono dirette sul “luogo del soccorso”, anche se è ancora in Libia. Le 15 navi che abbiamo osservato sono di proprietà o affittate da ONG viste regolarmente salpare dai porti italiani in direzione sud, fermarsi a poche miglia dalle coste libiche, prendere il carico umano a bordo e naturalmente rientrare per 260 miglia in Italia, anche se il porto di Zarzis, in Tunisia, è solo a 60 miglia di distanza dal punto di salvataggio. Le organizzazioni in questione sono: MOAS (Migrant Offshore Aid Station), Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye e Life Boat. Le vere intenzioni dietro le ONG non sono chiare. Il loro movente può essere il denaro, che non sorprenderebbe se si rivelasse essere così. Possono anche essere politicamente pilotati; le attività dell’organizzazione di Malta, MOAS, che traffica persone in Italia, è la migliore garanzia che i migranti non appaiano sulla rive maltesi. MOAS è gestita da un ufficiale della marina maltese ben noto per maltrattamenti ai rifugiati (1). E’ anche possibile che tali organizzazioni siano gestite da ingenui “buonisti” che non sanno di servire da magnete per le persone provenienti dall’Africa e quindi, volenti o nolenti, causare altri morti, per non parlare delle azioni per destabilizzare l’Europa. Per quanto nobili siano le intenzioni di tali organizzazioni, sono criminali, come la maggior parte dei migranti che non può ricevere asilo, finendo per strada a Roma o Parigi, minando la stabilità in Europa aumentando le tensioni sociali a sfondo razziale. Bruxelles ha creato una legislazione particolare per proteggere i trafficanti di esseri umani dalle accuse. In una sezione dedicata a una risoluzione UE, intitolata Ricerca e salvataggio, il testo afferma che “proprietari privati di navi e organizzazioni non governative che assistono i salvataggi nel Mediterraneo non dovrebbero rischiare punizioni per tale assistenza“. (2) Nei due mesi di osservazione, abbiamo monitorato almeno 39000 africani illegalmente contrabbandati in Italia con il pieno consenso delle autorità italiane ed europee.

Le navi utilizzate dalle ONG al largo delle coste libicheLa Phoenix è una delle due navi della MOAS. La nave è regolarmente avvistata nelle acque territoriali della Libia. È registrata in Belize, Sud America. Tuttavia, la nave è di proprietà di maltesi che trasportano gli immigrati in Italia. Sito web: MOASLa Topaz Responder, un vascello di soccorso di 51 metri, ospita 2 lance di soccorso ad alta velocità. La nave è gestita assieme a MSF (e ad Emergency di Gino Strada. NdT). È uno dei tre traghetti che trasportano centinaia di persone alla volta. La nave è registrata nelle Isole Marshall. Sito web: MOAS La Iuventa è registrata nei Paesi Bassi ed è di proprietà della ONG tedesca Jugend Rettet. Sito web: Jugend Rettet.La Golfo Azzurro è utilizzata dall’olandese ‘Boat Refugee Foundation‘. Golfo Azzurro opera sotto la bandiera di Panama. La Fondazione trasporta rifugiati con la nave a un prezzo simbolico. Sito web: Bootvluchteling.La Dignity 1 è registrata a Panama. Crediamo che la nave appartenga a Medici Senza Frontiere. Sito web: MSF. La Bourbon Argos, nave di Medici Senza Frontiere. È una delle tre navi utilizzate per trasportare persone tratte da imbarcazioni più piccole in Italia. La nave è attualmente registrata in Lussemburgo. MSFLa Aquarius è una delle tante navi gestite da Medici Senza Frontiere. È registrata a Gibilterra. Sito web: MSF. La nave di ricerca e soccorso Vos Hestia, noleggiata da Save The Children, come molti vascelli delle ONG. è supervisionata dal sito della Guardia Costiera italiana: Save the Children. L’Astral della Proactiva Open Arms. Abbiamo individuato l’Astral molte volte nelle acque territoriali libiche. La nave è scomparsa regolarmente dal monitoraggio dei siti web AIS. Sito web: Proactiva Open Arms.La Sea-Watch I è di proprietà di un’organizzazione di Berlino che collabora con Watch The Med, rete transnazionale di persone che combattono il regime di frontiera europeo, e chiedono il passaggio libero e sicuro per l’Europa. Sito web: Sea-Watch. La Sea-Watch II è di proprietà di un’organizzazione di Berlino che collabora con Watch The Med, rete transnazionale di persone che combattono il regime di frontiera europeo, e chiedono il passaggio libero e sicuro per l’Europa. Sito web: Sea-Watch.

L’Audur è registrata nei Paesi Bassi. Non sappiamo a chi appartenga.La Sea-Eye è di proprietà della Sea-Eye-eV. Michael Buschheuer di Regensburg, in Germania, un gruppo di familiari e amici che ha fondato l’organizzazione non-profit di soccorso in mare. Sito web: Sea-Eye.

Lo Speedy è un motoscafo di proprietà della Sea-Eye-eV, ma è stato confiscato dal governo libico. Sito web: Sea-Eye. La Minden è una scialuppa di salvataggio di proprietà di un’organizzazione tedesca. La nave è attualmente registrata in Germania. Sito web: Lifeboat.

Altre informazioni: Ad ottobre abbiamo scoperto che quattro ONG raccolgono persone nelle acque territoriali libiche. Abbiamo la prova che questi contrabbandieri comunicano in anticipo le loro azioni alle autorità italiane. Dieci ore prima che gli immigrati lascino la Libia, la guardia costiera italiana dirige le ONG sul luogo di “salvataggio”: il completo resoconto “Colti sul fatto: le ONG gestiscono il traffico di migranti” L’organizzazione MOAS ha stretti legami con il famoso contractor militare degli Stati Uniti Blackwater, con l’esercito degli Stati Uniti e la marina maltese (e ricordo, anche con Emergency di Gino Strada). Resoconto: “Gli statunitensi del MOAS traghettano i migranti in Europa“. Vi è una relazione completa sulle navi coinvolte: “L’Armada delle Ong che opera al largo delle coste della Libia” e come le persone sono incoraggiate a venire in Europa: “La strada della morte per Europa promossa sul web“.

Le ONG pro-immigrazionismo, impiegano materiale militare, come questo drone di fabbricazione tedesca.

Traduzione di Alessandro Lattanzio http://sitoaurora.altervista.org/home.html http://aurorasito.wordpress.com

Le ONG contrabbandano immigrati in Europa?

IL PD DI NUOVO NEI GUAI MA I GIORNALISTI NASCONDONO LA NOTIZIA:CONDIVIDETELA VOI!

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sabato 6 maggio 2017

A Milano abbiamo il sindaco piddino Sala indagato e un’indagine dell’Anac su 173 monitor installati al Palazzo di giustizia, comprati con fondi Expo ma senza gara.

I giornaloni, però, non ritengono importante questa vicenda. Ne parlano, sì, ma la relegano nelle pagine interne dei propri siti, senza metterla in evidenza.

Sono più importanti i guai della Raggi e ai cittadini, di ciò che succede a Milano, non è dato sapere. Ma per fortuna c’è internet e ci sono i social network e potete leggere quanto segue.

Anac indaga su fondi Expo a Tribunale

Riporta Il Corriere della Sera:

“Per mesi e mesi sono rimasti assolutamente spenti, poi hanno cominciato a funzionare per un «test-udienza facile» che dura ancora senza fine e solo da un annetto una sparuta parte dei 173 monitor che tappezzano pareti e i corridoi del Palazzo di giustizia fa il proprio dovere fornendo ai circa 10mila utenti che ogni giorno entrano nell’edificio di corso di Porta Vittoria poche informazioni stringate sulle udienze in corso nelle sezioni civili del Tribunale di Milano. Quei monitor marca «Samsung» sono stati istallati grazie a un appalto legato ad Expo 2015 sul quale l’Autorità anticorruzione guidata da Raffele Cantone ha deciso di puntare la propria attenzione mandando la Guardia di finanza ad acquisire gli atti negli uffici del Tribunale e a Palazzo Marino. L’operazione «monitor» nel Palazzo di giustizia rientrava tra gli appalti finanziati con 16 mioni di euro di fondi pubblici stanziati per Expo e relativi a servizi e infrastrutture destinate al Palazzo di giustizia in vista dell’esposizione internazionale.”.

Il Corriere aggiunge poi che questo servizio “non è mai decollato e i monitor continuano a rimanere accesi dalla mattina alla sera anche se non sono realmente operativi. Con la velocità alla quale galoppa la tecnologia, sono già stati superati dai modelli più moderni e rischiano di diventare obsoleti ancor prima di funzionare”.

Photo by fabiolopiccolo:

MILENA GABANELLI SU TUTTE LE FURIE:”PERCHE’ LE ONG NON SBARCANO I MIGRANTI ANCHE A NIZZA E MALTA?”. EUROPA MASSACRATA!

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venerdì 5 maggio 2017

“MI-JENA” GABANELLI MOZZICA L’UE: “LE ONG SBARCHINO I MIGRANTI ANCHE A NIZZA E A MALTA E FACCIANO ESPLODERE IL PROBLEMA SUI TAVOLI DELL’EUROPA. MAGARI SI INNESCA L’URGENZA DI RIVEDERE GLI ACCORDI DI DUBLINO, E ANCHE QUELLA DI OBBLIGARE LA TUNISIA AD ACCOGLIERE I NAUFRAGHI…”

Milena Gabanelli per il Corriere della Sera

Torniamo ad aprile 2015: al largo delle coste libiche si ribalta un peschereccio con più di 700 migranti. Si solleva l’ indignazione generale e nel Mediterraneo viene messa in campo l’ operazione Triton, sotto il controllo di Frontex, l’ agenzia della guardia di frontiera e costiera europea. Cosa fa Frontex: definisce modelli dell’ immigrazione clandestina e delle attività criminali transfrontaliere ai confini esterni, inclusa la tratta di esseri umani.

Condivide i suoi dati con i Paesi dell’ Ue e la Commissione Europea, e li usa per operazioni congiunte inviando mezzi di rinforzo nelle zone che ne hanno necessità. Dispone di 1.500 esperti. In italia le strutture operative fanno riferimento al Viminale e alla Guardia di Finanza.

Triton (che oggi si chiama Eunavfor Med o «Sophia») fa attività di pattugliamento marittimo e aereo, di soccorso e investigazione per il contrasto dei traffici migratori illegali dal nord Africa. La priorità è il soccorso di vite umane fino a 70 miglia dalle acque libiche, ed è coordinata, su mandato di Bruxelles, dalla nostra Guardia Costiera, che dipende dal ministero delle Infrastrutture. Operano 11 imbarcazioni, 3 aerei, 2 elicotteri.

Il 2015 è un anno cruciale: l’ Europa da un lato monitora, dall’ altro prende le distanze, e a fine anno si chiudono tutte le rotte via terra; mentre l’ instabilità libica consente il via libera ai trafficanti di uomini. Fra il 2015 e il 2016 il numero delle organizzazioni umanitarie che affittano imbarcazioni battendo bandiera panamense, del Belize, olandese, e partono verso le coste libiche, si impenna, e continua a crescere nei primi mesi del 2017.

Più navi e più morti Tutte operano con donazioni private e fino a prova contraria del loro spirito umanitario non si può dubitare. Il dato è che non ci sono mai state tante barche per salvare vite nel Mediterraneo, e mai tanti morti: 4.500 nel 2016, contro i 2.800 del 2015. Dal primo gennaio 2017 a fine aprile i dispersi sono 849. Il pensiero rozzo è: più navi sono pronte a soccorrere e più i trafficanti stipano anime in mare su imbarcazioni improbabili. Allora la risposta civile potrebbe essere: organizziamo più soccorsi! L’ 85% dei migranti irregolari verso l’ Italia parte dalla Libia e proviene dall’ Africa Subsahariana. Si sta aggiungendo un fenomeno nuovo: un flusso dal Bangladesh che arriva in aereo al Cairo, poi scende verso il Sudan e rientra in Libia da sud.

Il rapporto di Frontex e l’ audizione del suo direttore al Senato sono noti: «Gli uomini libici che controllano la migrazione irregolare, il traffico di droga e armi, sarebbero in contatto con le Ong durante l’ operazione di soccorso. Abbiamo evidenze che alcune imbarcazioni spengono per alcune ore il sistema automatico di identificazione».

Il rapporto riservato delle audizioni rese dai migranti dice inoltre «Navigarono per circa 8 ore, quando una nave di Medici senza frontiere venne loro in soccorso. L’ interrogato afferma che la lancia con i facilitatori libici rimase sul posto durante l’ evacuazione e parlarono coi soccorritori. Dopo che tutti i migranti furono salvati, i facilitatori libici distrussero la barca di legno. Prima avevano smontato il motore, che portarono con sé». In un’ altra audizione: «fu messo in mare un gommone con circa 140 persone a bordo, scortato da un gommone ad alta velocità, con 4 guardie armate in uniforme. Dopo poco più di un’ ora, fecero una chiamata, nella quale il testimone li sentì dire: “Abbiamo già lasciato qui la gente, potete venire”». Ancora:

«Al crepuscolo, la barca di legno lasciò la costa libica, guidata per 2 km da un libico armato, che istruì due africani sulle manovre da compiere. Dopo circa tre ore lo skipper africano, che aveva ricevuto dal libico un satellitare, lanciò una richiesta di soccorso Poco prima del salvataggio, gettò in mare il telefono e una bussola. I migranti furono portati, dalla nave Aquarius, a Pozzallo».

Tsunami umano Le testimonianze sono tante, ma dimostrano poco. I numeri di telefono delle navi di soccorso e la loro posizione non sono segreti, si trovano su internet. E comunque di fronte ad un gommone alla deriva non è compito delle Ong occuparsi degli scafisti. Mentre le Procure di Catania e Trapani cercano la mela (o le mele) marcia, sul nostro Paese il nastro trasportatore scarica disperati a ritmo continuo.

Lo tsunami umano si è messo in moto, l’ Europa si è girata dall’ altra parte, noi siamo rimasti l’ approdo più facile. Come ne usciamo? Allestendo i corridoi umanitari nei Paesi d’ origine.

Ma quanti sono i Paesi d’ origine, e chi ci deve pensare? Il ministro dell’ Interno Minniti le sta provando tutte per far dialogare le fazioni libiche a suon di milioni ottenuti dall’ Europa. Paghiamo le tribù del sud per limitare i flussi; addestriamo le guardie costiere libiche e gli forniamo imbarcazioni per impedire le partenze; paghiamo le organizzazioni internazionali perché allestiscano i campi d’ accoglienza in Libia dove fare la ricognizione di chi ha diritto alla protezione. Paghiamo i Paesi d’ origine perché si riprendano i loro migranti economici. Ma fino a quando?

Azioni dimostrative Nella più complessa situazione geopolitica della storia recente, le Ong, oltre a salvare persone, potrebbero fare un’ altra cosa: contribuire a far esplodere il problema sui tavoli dell’ Europa. Per esempio Médecins Sans Frontières, la cui dedizione alla causa è totale, che utilizza navi attrezzate di tutto, non potrebbe tentare un’ azione dimostrativa, sbarcando un carico di migranti a Nizza? Si rifiuterà la civile Francia di soccorrere uomini, donne e bambini? La Fondazione Moas, degli imprenditori milionari Catambrone con sede a Malta, con la loro nave Phoenix, perché non provano ad attraccare almeno una volta nel più vicino porto sicuro della Valletta, come prevede la convenzione di Amburgo? L’ isola è piccola, ma qualche centinaio di persone ogni tanto, potrebbe anche gestirle, in fondo stiamo parlando dello Stato europeo più ricco.

Costringa il Paese che in questo momento ha la presidenza di turno dell’ Ue ad allestire centri degni di questo nome, o al contrario, ad esporre al mondo la propria viltà.

Magari si innesca l’ urgenza di rivedere gli accordi di Dublino, e anche quella di obbligare la Tunisia, che ha firmato la Convenzione di Amburgo, a raccogliere e accogliere i naufraghi, essendo geograficamente il porto più sicuro. Oltre alla consapevolezza che il mondo sta cambiando per tutti.

Fonte: dagospia

Photo by fabiolopiccolo:

DIVERSI SGARBI A PARMA

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SGARBISSIMO!/2 – DOMENICA A PARMA UN EVENTO UNICO: DECINE DI PERSONE CHE PARLANO, RACCONTANO, INSULTANO IL VECCHIO SGARBONE. CHE PER UNA VOLTA DOVRÀ STARE ZITTO, E RELEGATO TRA IL PUBBLICO – CI SARANNO DAGO, BARBARA ALBERTI, LANGONE, LA SORELLA ELISABETTA, VISSANI, GUERRI, GAWRONSKI, OSCAR FARINETTI, DAVERIO, MAURO CORONA, FRANCESCO MICHELI, ECC. ECC.


 

DIVERSI SGARBI A PARMA

www.gazzettadiparma.it

 

Continuando idealmente l’evento del 7 maggio 2016, al Labirinto della Masone si svolgerà l’evento “Studiamo Sgarbi, interpretiamo un interprete”. Convivio di eccellenze su Sgarbi e con Sgarbi, al Labirinto

 

Un parterre de roi di esponenti del mondo della cultura e della società italiana, eccezionalmente riuniti nello stesso luogo, per raccontare Vittorio Sgarbi, al Labirinto della Masone di Fontanellato.

 

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La comunità del Tempio Fudenji, dopo il successo dell’evento “Studiamo Sgarbi, interpretiamo un interprete” dello scorso 7 Maggio 2016, mantenendo la stessa data benaugurante, si fa promotore di un evento unico e irripetibile, che riunisce un nutrito gruppo di professionisti legati in vario modo all’istrionico studioso, ognuno campione della sua arte.

 

Ciascuno di loro con la propria presenza e voce, nella suggestiva cornice del Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, davanti a un Vittorio per una volta spettatore, esprimerà il proprio punto di vista e il rapporto personale (talvolta anche conflittuale) con Sgarbi, in piccoli ma preziosi contributi. L’evento avrà inizio domenica 7 Maggio alle ore 17,30. L’ingresso sarà aperto al pubblico, con il normale biglietto giornaliero di accesso alla struttura.

SGARBI ORIGINE DEL MONDOSGARBI ORIGINE DEL MONDO

 

Per l’occasione nella Sala Calvino del Labirinto della Masone, sarà inaugurata e poi visitabile per tutti i giorni, dal 7 al 14 maggio, una selezione di Franco Maria Ricci delle opere provenienti dalla mostra “Oltre il limite”, organizzata dalla Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito, curata da Sabrina Colle, in cui decine di artisti si sono adoperati per dare un’immagine dell’illustre studioso e critico d’arte italiano. Sarà possibile realizzare questo evento grazie al supporto di Finarte e Synergetic e alla partnership con il Labirinto della Masone.

 

Ospiti confermati:

vissani e sgarbivissani e sgarbi

 

? Barbara Alberti – scrittrice, giornalista e sceneggiatrice

? Camillo Langone – saggista e giornalista del Foglio e di altre testate

? Carlo Vulpio – giornalista, autore televisivo e politico

? Elisabetta Sgarbi – editrice e promotrice della Nave di Teseo, sorella di Vittorio

? Fabio Massimo Bertolo – direttore della casa d’aste Minerva Auctions

? Fabio Canessa – professore, critico musicale, letterario e cinematografico

? Filippo Martinez – regista televisivo, creativo e autore

? Francesco Micheli – uno dei più importanti finanzieri italiani, appassionato di arte e musica

 

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? Fulvio Pierangelini – storico cuoco del Gambero Rosso, direttore creativo della Rocco Forte

? Gianfranco Vissani – cuoco, scrittore, ristoratore, critico gastronomico e conduttore televisivo

? Giordano Bruno Guerri – scrittore, giornalista e storico

? Jas Gawronski – giornalista, inviato e politico

? Luca Sommi – giornalista e scrittore

? Marco Cubeddu – scrittore, giornalista e personaggio TV

? Maria Rita Parsi – scrittrice, psicologa e psicoterapeuta

? Maria Elisabetta Marelli – regista, autrice e artista multimediale

 

? Mauro Corona – scrittore, alpinista e scultore

? Oscar Farinetti – imprenditore, dirigente d’azienda e fondatore della catena Eataly

? Philippe Daverio – critico d’arte, docente, scrittore, autore, politico e personaggio televisivo

? Roberto D’Agostino – giornalista e personaggio televisivo, autore del sito Dagospia

dago e sgarbidago e sgarbi

? Romano Tamani – cuoco all’Ambasciata di Quistello, da sempre fra i migliori ristoranti italiani

 

? Vittoria Risi – attrice italiana

? Introduce il Rev. Fausto Taiten Guareschi – Abate del Tempio e Monastero Zen Soto Fudenji.

? Presenterà gli ospiti e condurrà la scaletta degli interventi: Tinto della trasmissione Decanter di Radio2

 

Contributi (durata da 5′ a 7′ ciascuno)

 

Fra il pubblico, da spettatore,

? VITTORIO SGARBI

 

e altri ospiti a sorpresa.

La spazzatura dell’oceano diventa una risorsa edilizia

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La spazzatura dell’oceano diventa una risorsa edilizia

 

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento degli oceani è ad un livello critico: oggi nei nostri mari finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica l’anno e senza adeguate misure di contrasto il problema assumerà nel prossimo futuro i contorni di uno tsunami: secondo le elaborazioni della Ellen MacArthur Foundation entro il 2050 nelle acque del Pianeta ci saranno più rifiuti polimerici che pesci. Mentre gli studiosi invitano a ridurne la produzione a monte e ad incentivare le pratiche di riciclo, c’è chi si sta già operando per ripulire gli oceani, creando nuove opportunità di business.

 

Un esempio? La ByFusion, startup statunitense che ha ideato un modo per mettere a frutto tutti questi rifiuti: riciclarli in blocchi di costruzione. Il metodo utilizzato è basato su un’idea dell’ingegnere e inventore Peter Lewis dalla Nuova Zelanda, ora assunto dalla ByFusion. “Abbiamo acquistato la proprietà intellettuale e sviluppato una piattaforma per portare il concept negli Stati Uniti e realizzare le cose in una scala molto più grande”, spiega Gregor Gomory, CEO di ByFusionCon una pressa modulare i rifiuti in plastica sono compressi in blocchi di forma e densità differente, a seconda dello scopo futuro. Il risultato è stato battezzato Replast. E anche se non sono in grado di svolgere lo stesso lavoro del calcestruzzo (in termini di resistenza alla compressione, le loro proprietà di isolamento sono molto più convincenti. “I blocchi Replast hanno caratteristiche incredibili in termini trasferimento di calore e di suono”, aggiunge Gomory. “Potremmo utilizzarli integrati alle normali strutture di costruzione come elementi di riempimento”.

 

La spazzatura dell’oceano diventa una risorsa edilizia

 

Per ora però, ci si deve affidare solo alle parole dell’azienda perché non sono state pubblicate né specifiche tecniche né valori di riferimento per quanto riguarda l’isolamento. Si sa tuttavia che i blocchi non richiedono colle o adesivi, possono contribuire alla certificazione LEED per l’edilizia e possiedono un peso in termini di emissioni di gas serra del 95 per cento inferiore rispetto ai blocchi di cemento. Se il progetto dovesse andare in porto, consoliderebbe la lista delle starup e aziende che negli ultimi anni hanno guardo ai rifiuti marini per creare qualcosa di nuovo, sostenibile ma soprattutto economicamente fruttuoso. Basti pensare alla Bureo che in Cile recupera le vecchie reti da pesca per trasformale in skateboard, o alla Adidas che, in collaborazione con Parley for the Oceans, ha dato vita ad una T-shirt tecnica realizzata con la plastica marina recuperata.

Nasce il centro di riciclo mobile che trasforma rifiuti in piastrelle

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centro di riciclo mobile

 

 

(Rinnovabili.it9 – È alimentato grazie all’energia solare ed è in grado di trasformare rapidamente rifiuti di plastica e tessuto in piastrelle per l’edilizia. Non poteva esserci dunque nome più appropriato di Trashpresso, per il nuovo centro di riciclo mobileinventato da Miniwiz.

La società aveva già fatto parlare di sé con il lancio dei Polli-Bricks, mattoni in PET riciclato con cui nel 2010 è stata realizzata la struttura temporanea EcoARK a Taipei. Il successo dei Polli-Bricks – unità ottagonali leggere e allo stesso tempo robuste e facili da assemblare – ha spinto Miniwiz a osare di più.

Il centro di riciclo mobile Trashpresso nasce dall’esigenza di facilitare le buone pratiche di smaltimento rifiuti anche in quelle comunità remote e isolate che non hanno accesso a infrastrutture e servizi comuni nei centri sviluppati. In altre parole Trashpresso è stato progettato per alleggerire il carico, creando in loco un sistema di upcyclingautosufficiente.

 

Come funziona il centro di riciclo mobile Trashpresso

L’impianto, una grossa scatola lunga approssimativamente 12 metri, è mobile: può essere trasportato ovunque ce ne sia bisogno con l’unica precauzione di essere parcheggiato sotto il sole. Per poter funzionare in aree remote e quindi, con molta probabilità, prive di rete elettrica, l’intero processo di riciclo deve essere autosufficiente. Ecco perché il macchinario è alimentato da alcuni moduli fotovoltaici istallati sulla sommità della struttura.

Una volta portata a destinazione e disimballata, la macchina è in grado di pulire, sminuzzare, fondere e ri-solidificare i rifiuti di plastica e tessuto in piastrelle adatte a pavimentazioni interne ed esterne. Secondo la società, serve l’equivalente di cinque bottiglie in PET per realizzare una piastrella. Trashpresso può produrre circa 10 metri quadrati di piastrelle ogni 40 minuti. Anche l’acqua impiegata per lavare la spazzatura viene riciclata all’interno del sistema, nel tentativo di ridurre ulteriormente la sua impronta

 

“Trashpresso – spiega Arthur Huang, co-fondatore e CEO di Miniwiz – supera le barriere della distanza e dell’energia, dimostrando che il riciclo è possibile ovunque. Non solo permette di trasformare i rifiuti in loco, ma serve anche come strumento educativo nelle comunità isolate”. Il primo utilizzo del centro di riciclo mobile sarà a partire da luglio, nella regione del NianBao Yuze, sull’altopiano tibetano, dove l’aumento del turismo sta incrementando anche l’abbandono dei rifiuti.

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