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“Una volta a Napoli, nel quartiere Sanità, quando uno era allegro perché qualcosa gli era andata bene, invece di pagare solo un caffè ne pagava due e lasciava il secondo caffè, quello già pagato, per il prossimo cliente. Il gesto si chiamava “caffè sospeso”. Poi, di tanto in tanto, si affacciava un povero per chiedere se c’era un “sospeso”. Era un modo come un altro per offrire un caffè all’Umanità”. Anche tu puoi offrire il tuo “caffè sospeso”
Epicuro e il farmaco della felicità
Per Epicuro, per conseguire la vera padronanza di noi stessi e acquistare la felicità, occorre rispettare i quattro “rimedi” fondamentali che permettono al saggio di acquisire, diventando padrone di sé, la vera pace dell’anima e, quindi, una felicità consistente e duratura. “Non aspetti il giovane a filosofare, né il vecchio si stanchi di farlo: nessuno è troppo giovane o troppo vecchio per la salute dell’anima. Chi dice che non è ancora giunta l’età di filosofare o che è già trascorsa, è come se dicesse che non è ancora o non è più l’età per essere felici. Per questo devono filosofare sia il giovane che il vecchio: il vecchio per rimanere giovane nei beni, grazie al ricordo gradito del passato; il giovane per ( poter) essere insieme giovane e vecchio, non avendo timore riguardo al futuro. Bisogna, dunque, cercare di ottenere tutto ciò che procura la felicità, perché, se abbiamo questa, abbiamo tutto, ma, se manca, facciamo di tutto per averla”.
Non bisogna temere la morte, perché, essendo noi composti di atomi, essa altro non è che la loro dissoluzione, per cui quando c’è la morte non ci siamo noi e viceversa;
Il male e il dolore corporei sono di breve durata, o, al limite, sono facilmente sopportabili; se, poi, sono riferiti all’anima, per liberarsene è sufficiente rintracciarne la
genesi fallace: gli errori della mente e le false opinioni.
In un celebre passo ( forse già condiviso), Epicuro, invita l’uomo di qualsiasi età a dedicarsi alla filosofia, che, in ogni momento può aiutarci a conseguire saggezza e felicità:
Spero che attraverso la filosofia, riusciate a trovare il giusto equilibrio per trovare la vostra felicità
I timori degli dèi sono vani. Gli dei esistono, ma non si occupano di noi, poiché vivono in una dimensione assolutamente imperturbabile e di a-mondana beatitudine.
Un appello per la filosofia
Perché apre la mente dell’uomo al pensiero libero
Perché insegna a porre le domande giuste e a non dare risposte affrettate
Perché costringe a dare ragione di ciò che si pensa e di ciò che si dice
Perché muove a cercare il senso di tutte le cose in rapporto al tutto che le circonda
Perché forma uomini capaci di esercitare la critica
Perché ci ricorda che la scienza e la tecnologia sono per il bene dell’uomo
Perché chiede cosa sia la giustizia, il bene, la felicità
Perché dà dignità alla politica non riducendola a tecnica del consenso
Perché insegna ad argomentare
Perché ci chiede sempre cosa pensiamo di sapere
Perché ci chiede sempre come facciamo a sapere ciò che sappiamo
Epicureismo in sintesi
Sin dal primo giorno in cui ho sentito parlare di Epicuro e della sua filosofia una cosa mi ha colpito. L’obbiettivo.
Epicuro fa filosofia per essere felice: Vana è la parola di quel filosofo dalla quale nessun male dell’anima viene medicato.
Ma non è solo questo: per Epicuro stare a chiacchierare con gli amici nel Giardino – fare filosofia – è di per se un piacere.
La filosofia di Epicuro non si limita all’etica, ma questa ne è la parte centrale. La Fisica, per quanto affascinante e decisamente più apprezzabile rispetto a quella dei suoi contemporanei, rimane uno strumento al servizio del vivere felicemente.
Stabilito a cosa serve la filosofia, vediamo come questa può rendersi utile per essere felici.
Due sono le cose principali, l’amicizia ed il calcolo dei piaceri.
Mangiare senza amico è divorare di leone o di lupo. Possiamo trovare tutto quello che vogliamo, ma se non abbiamo qualche amico con cui condividerlo non ce lo godremo appieno.
Epicuro non sta a spiegare perché l’amicizia è così importante. È una cosa ovvia. Spiega però ché l’amicizia non nasce per utilità reciproca, ma non disdegna di trarne dei benefici concreti, in caso di necessità. Non è tanto dell’aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno, quanto della fiducia che essi ci aiuterebbero nel caso ne avessimo bisogno.
Il calcolo dei piaceri è una delle cose più controverse della filosofia epicurea. Se vogliamo semplificarlo al massimo possiamo riassumerlo così: prima di compiere una qualunque azione domandati quali saranno le conseguenze, nel bene e nel male, valuta il piacere che ne trarrai ed eventuali effetti collaterali negativi. Infine trai le tue conclusioni.
Il piacere è bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.
Dall’esperienza del calcolo dei piaceri Epicuro trova un altro elemento fondamentale per la vita felice: la sobrietà. Se vuoi rendere ricco Pitocle, non aggiungere qualcosa a ciò che possiede ma sottrai qualcosa a ciò che desidera. Ed anche Niente basta a quell’uomo per il quale ciò che basta sembra poco.
Per essere veramente felici bisogna imparare ad apprezzare quello che si ha, con semplicità e a non lasciarsi andare ai desideri che, se lasciati liberi, non hanno limite.
Infine di Epicuro apprezzo tantissimo l’umanità. Le sue amicizie, numerose e profonde, la sua tenerezza (che leggiamo nei pochi frammenti rimasti della sue lettere personali), la sua coerenza verso il suo insegnamento.
Queste sono le parole che ha scritto prima di morire: Epicuro ad Ermarco, salute: Volgeva per me il supremo giorno e pur felice della mia vita, quando questo ti scrivevo. Così acuti erano i miei mali della vescica e dei visceri, che più oltre non poteva procederne la violenza. Pure ad essi tutti s’adeguava la gioia dell’animo, nel ricordare le nostre dottrine e le verità da noi scoperte. Ora tu, come si conviene alla buona disposizione che fin dalla prima adolescenza mostrasti verso me e la filosofia, abbi cura dei figli di Metrodoro.
So di aver trascurato tantissimi aspetti della filosofia epicurea, molti di questi importantissimi.
Spero comunque che questa sintesi veloce ed arbitraria possa essere utile.
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