Novità cartelle esattoriali, queste non saranno più valide: addio debiti

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Avere più tempo a disposizione per saldare i propri debiti con il fisco sarà più semplice e fattibile grazie alla nuova riforma tributaria approvata. L’ultima parte della legge stabilisce le modalità e i tempi con cui le persone in difficoltà economica potranno allungare i tempi per il pagamento delle cartelle esattoriali all’Agenzia delle Entrate.

Meno paletti di quanti sono previsti ora e fino a 10 anni ovvero 120 rate per chi non ha pagato le tasse o è in ritardo. Con la riforma si allarga ancora di più il perimetro delle agevolazioni previste per mettersi in pari con il fisco. Ma questo vuol dire anche meno entrate nelle casse dello Stato nei tempi previsti. Il monitoraggio pr questo motivo sarà affidato al Ministero dell’Economia.

La riforma tributaria approvata prevede due fattispecie di casi. Chi dichiara di essere in difficoltà economica e deve allo Stato 120 mila euro avrà a disposizione, a partire dal 2025, 84 tranche di pagamento rispetto alle 72 previste fino ad ora. Queste aumenteranno nel tempo fino a poter arrivare a 120 dal 2031.

La seconda ipotesi riguarda, invece, chi dichiara di essere in ristrettezze economiche ma deve pagare debiti che superano i 120mila euro; in questo caso sarà data la possibilità di rateizzare ed estinguere il debito nei famosi 10 anni di cui sopra.

L’altra novità introdotta dalla riforma riguarda la prescrizione dopo i 5 anni. La legge stabilisce dopo cinque anni di inutili tentativi di riscuotere il dovuto, il Fisco potrà gettare nel cestino i crediti vantati dell’Erario. Una possibilità pensata per evitare ai contribuenti di accumulare ulteriori debiti con lo Stato. Infine, l’accertamento delle notifiche delle cartelle esattoriali che da gennaio non potrà avvenire oltre il nono mese dall’accertamento dell’evasione.

Gli arretrati andranno tutti persi
In ultimo punto, la riforma prevede anche la realizzazione di una commissione (presieduta da un magistrato della Corte dei Conti e da rappresentanti del Tesoro e dell’AdE, ndr) che avrà il compito di analizzare e smaltire il magazzino dei tributi mai riscossi e che in molti casi riguarda multe di piccole entità.

Il problema è che qui la somma fa il totale e si parla di almeno 1.200 miliardi perduti per le casse dello Stato. Una cifra da capogiro quasi del tutto persa anche perché fa capo a defunti, nulla tenenti e imprese fallite nel tempo. Secondo le ultime stime, sarà possibile recuperarne solo 100 miliardi e in ogni caso si parla di teoria perché ci sono alcuni limiti di legge che impediscono di portare a termine l’operazione.

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