Berlinguer

Quarantuno anni fa moriva Enrico Berlinguer.

Nel corso di questi decenni, anche a sinistra, in molti hanno provato a neutralizzare la forza del suo pensiero e della sua azione politica, fino a volerlo far dimenticare o peggio trasformarlo in un innocuo santino del passato.

E invece Berlinguer rimane una fondamentale figura di riferimento per tanti militanti della sinistra e le sue idee rappresentano una bussola importante per aiutare a capire la situazione di oggi e per orientarsi nelle scelte.

Berlinguer può essere considerato un classico del pensiero politico progressista, i cui ragionamenti e principi valgono anche nel secolo nuovo.

Ecco alcune frasi, pronunciate nella sua lunga carriera politica, che testimoniano il suo straordinario valore politico e umano e che rivestono ancora una grande attualità.

“Se vuoi la pace, prepara la guerra”, dicevano certi antenati.

E invece io la penso come i pacifisti di tutto il mondo di oggi:

“Se vuoi la pace, prepara la pace”.

“Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata”.

“Noi abbiamo messo al centro della nostra politica non solo gli interessi della classe operaia propriamente detta e delle masse lavoratrici in generale, ma anche quelli degli strati emarginati della società, a cominciare dalle donne, dai giovani, dagli anziani”.

“Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza”.

“Ceti medi, borghesia produttiva sono strati importanti del paese e i loro interessi politici ed economici, quando sono legittimi, devono essere adeguatamente difesi e rappresentati”.

“Noi siamo convinti che le forme capitalistiche – soprattutto, oggi- non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di inoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la causa non solo dell’attuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della droga, del rifiuto del lavoro, della sfiducia, della noia, della disperazione.

È un delitto avere queste idee?”

“Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità.

La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”.

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