Cartelle di pagamento di 100mila euro: che rischia chi non ha nulla?

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Il pignoramento dello stipendio si ferma a un decimo per il 90% degli italiani mentre quello della casa può scattare solo per cartelle sopra 120mila euro e comunque per chi ha almeno due immobili.

La recente proposta di uno dei rappresentanti del Governo di cancellare tutte le vecchie cartelle esattoriali al di sotto di 100mila euro (circa il 90% di quelle attualmente in circolazione), oltre a destare l’interesse di chi non ha pagato il fisco e l’indignazione in chi, invece, ha già subìto un pignoramento o sta facendo salti mortali per stare dietro a una rateizzazione, ha posto un quesito vecchio quanto i debiti: in caso di pignoramento, cosa rischia chi non ha possibilità di pagare? La domanda si può porre anche nei seguenti termini: cosa ci guadagna un nullatenente dalla sanatoria? Se è vero che chi non ha beni intestati non può subire alcuna esecuzione forzata, a beneficio di chi andrà il “condono” promesso dal Governo? A leggere bene le attuali regole sulla riscossione esattoriale si comprende come la “sanatoria” può favorire non tanto i nullatenenti ma proprio chi i beni li ha e anche di un certo valore. Ma procediamo con ordine e vediamo, in caso di cartelle di pagamento di 100mila euro, che rischia chi non ha nulla.

Le cose che l’Agenzia delle Entrate non ti pignorerà mai. È proprio da questo punto che vogliamo partire. Già con le attuali regole, il pignoramento esattoriale non può sfiorare non solo l’indigente – colui cioè che non ha redditi o beni intestati – ma anche chi ne ha e questi gli servono giusto per la sopravvivenza. Più in particolare, ad oggi un pignoramento da parte dell’Agente della Riscossione non può rivolgersi nei confronti dei seguenti soggetti:

  • chi ha una pensione inferiore a 672,76 euro, pari al minimo vitale;
  • chi ha una sola casa, purché non di lusso, a prescindere da quanto grande sia e sempre a condizione che sia adibita a civile abitazione ed a luogo di residenza;
  • chi ha meno di 1340 euro circa sul conto ove viene accreditato lo stipendio (è pignorabile solo l’eccedenza di tale tetto).

In più non può essere sottoposta a fermo l’auto di lavoro dell’imprenditore, della partita Iva e del professionista; non si possono pignorare i beni strumentali all’esercizio dell’impresa (salvo che non vi siano altri beni pignorabili e, in tal caso, non oltre un quinto).

Non dimentichiamo che, con le nuove regole, lo stipendio dell’80% degli italiani può essere pignorato solo per un decimo. Difatti, ad oggi:

  • per stipendi o pensioni fino a 2.500 euro, il pignoramento può essere solo del 10%;
  • per stipendi o pensioni fino a 5.000 euro il pignoramento può essere solo di un settimo;
  • per stipendi o pensioni oltre 5.000 euro (si tratta di casi rarissimi) il pignoramento è di massimo un quinto (il 20%).

Dunque, in caso di notifica di una cartella di pagamento non rischia alcunché sia il nullatenente, sia chi ha uno stipendio minimo, una pensione sotto il minimo e una casa.

Ma allora chi è che rischia il pignoramento se non paga le cartelle esattoriali? Di sicuro chi ha una casa di lusso: una villa o un castello. Oppure chi ha almeno due case, ma sempre che la somma del loro valore sia superiore a 120mila euro. E non basta neanche questo: il pignoramento immobiliare scatta solo per debiti sopra 120mila euro. Quindi, la cartella inferiore a 100mila euro non può mai comportare un pignoramento della casa! In altre parole, con o senza una sanatoria delle cartelle fino a 100mila euro, nessun contribuente avrebbe mai rischiato la casa.

Tra i graziati dall’annullamento delle cartelle esattoriali sotto 100mila euro troviamo chi ha un reddito superiore a 5mila euro al mese, perché eviterà una trattenuta superiore rispetto a chi ne guadagna meno di 2.500. Ma anche chi ha tanti immobili o un castello.

Tornando al punto da cui siamo partiti: chi non ha nulla cosa rischia in caso di notifica di una cartella esattoriale? La risposta è banale e semplice. Non rischia nulla. Non rischia perché non ha beni da perdere. E siccome, nel nostro Paese, i debiti non pagati non si trasformano in sanzioni, nella peggiore delle ipotesi possono solo passare agli eredi. Ma l’esperienza insegna che cadono in prescrizione molto prima.

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