«L’Etna potrebbe anche esplodere»
affermò Cerere la Dea delle messi
«Il mio dolore invece che dare prosperità
ha ridotto la terra a un seno senza latte.
Tu solo Giove puoi riportare l’abbondanza
convincendo Plutone a sfruttare mia figlia.»
Giove cercò di intercedere attraverso Plutone
il più violento Dio degli inferi
per riportare la ragazza a più miti consigli.
Proserpina si oppose in ogni modo
non accettando ogni proposta anche allettante:
«Se la terra è arida non è certo colpa mia.
Non sarò io a far sgorgare di nuovo le fonti
e a provocar cascate ridotte a rivoli d’acqua.»
«Tu farai ciò che gli Dei ti chiedono
o con le buone maniere, o con le cattive.»
Proserpina fuggì sul lago di Pergusa
proprio mentre l’Etna cominciò a eruttare:
«Anche a costo di trascinarti nell’Ade
tu verrai dove i miei muscoli ti condurranno.»
«Plutone, pur sentendo le tue luride mani
affondare nelle mie morbide carni
mai accetterò ogni tuo virile gesto violento
a meno che tu non mi convinca con la ragione
usando la tua parola e il tuo pensiero.»
Quando ormai il destino di Proserpina
sembrava segnato dalla fame indotta da Plutone
che finì con l’innamorarsene perdutamente
porgendole rossi e succosi chicchi di melograno
riapparve Giove:«Per sei mesi starai nell’Ade
per gli altri sei tornerai sulla terra con tua madre.
Con Cerere farai tornare anche fiori e frutti.
In questo modo, vi sarà l’alternarsi delle stagioni.
Così stabilito, uno stupro si trasformerà in amore.»
(di Maurizio Margherito) Ratto dI Proserpina 1621-1622 Bernini Gian Lorenzo – Galleria Borghese, Roma
