Ogni astronauta sulla Stazione Spaziale necessita di circa 50 litri di acqua al giorno, portargli acqua da Terra costa oltre 5.000 dollari al litro.
Una bella spesa, infatti il 92% dei costi per il mantenimento in vita di ogni astronauta è per fornirgli acqua.
L’unico modo per ridurre questi costi (oltre a un rigido razionamento) è il riciclo. Riutilizzando ogni possibile fonte d’acqua (inclusa quella naturalmente eliminata dagli astronauti stessi) si risparmiano infatti parecchi milioni di dollari.
Sulla ISS quindi si raccoglie l’urina, il sudore e persino le particelle d’acqua contenute nel respiro degli occupanti per eliminarne le impurità e contaminazioni e trasformare tutto in acqua potabile.
I due sistemi di riciclaggio, uno USA e l’altro russo (che non ricicla l’urina), arrivano a riutilizzare tra il 70% e il 93% dell’acqua che ricevono, pronta per essere usata per reidratare i cibi, lavarsi e dissetarsi. Così si evitano di portare sulla Stazione, con i costi citati all’inizio, 6,8 tonnellate di rifornimento da Terra!
Una procedura che può sembrare disgustosa eppure l’acqua riciclata sulla Stazione Spaziale è più pura della maggior parte di quella che beviamo sulla Terra.
Il sapore è quello di una comune bottiglia d’acqua, ma i costi per litro sono crollati.
I 3 astronauti dell’equipaggio n°19, spediti su a fine marzo 2009, furono i primi a utilizzare appieno il sistema di riciclo dei liquidi sulla Stazione Spaziale
→ Gli astronauti NASA sulla ISS bevono urina riciclata (mentre i russi no)