Pur di attaccare Conte, Sallusti invita i suoi lettori a prendersi gioco delle misure di contenimento del contagio

Views: 1

È cercando di fomentare rabbia sociale che Alessandro Sallusti firma un editoriale dal titolo “Torniamo liberi” in cui il populista pare voler sostenere che abbia ragione il suo Salvini a dire che saremmo prigionieri di chi contrasta un’epidemia e chi non lascia che il virus possa ucciderci tutti. Ed è partendo dal presupposto che i suoi elettori siano così ignoranti da non conoscere l’esistenza del congiuntivo che scrive:

Che differenza c’è tra un congiunto e un congiuntivo? Nessuna, entrambi i termini sono difficili da definire per chi non ha almeno tre lauree, figuriamoci per i ragazzi delle forze dell’ordine che da domani, già traballanti sul congiuntivo, dovranno stabilire la verità sul congiunto raggiungibile a norma di legge.

Se è chiaro a tutti che dal 4 maggio si potrà fra visita agli affetti stabili ma che si dovrà evitare di esporsi a rischi di contagio inutili attraverso assembramenti o incontri evitabili, il populista preferisce sparare a zero dicendo che Conte avrebbe dovuto specificare ogni singolo caso in modo che Salvini potesse sbraitargli contro che lui avrebbe permesso tutto a tutti.
Quasi come se Sallusti non ritenesse che evitare di infettarsi e rischiare di morire sia nell’interesse dei singoli, si mette a suggerire ai leghisti come violare la norma per poter fare i propri porci comodi:

Per uscire di casa, questa è la realtà, basterà usare la frase magica «visita a congiunto» o vestirsi con abbigliamento consono a uno sport individuale, che da domani è permesso anche fuori dal proprio isolato. Voglio vedere chi potrà contestare che abbiamo un «affetto stabile» da incontrare dall’altra parte della città come della regione o che non stiamo facendo sport solo perché pratichiamo il walking camminata, che è una disciplina riconosciuta dal Coni.

Invitando i suoi a sfottere i carabinieri e ad evitare ogni comportamento di buonsenso quasi come se non fossero loro a rischiare per ogni loro scelta imprudente, è nel suo populismo di bassa lega che il direttore de Il Giornale conclude:

Se non vuole cadere nel patetico il governo abolisca da subito l’inutile e mortificante autocertificazione e mi auguro che a qualche solerte prefetto o sindaco non venga in mente di riempire le città di posti di blocco, altrimenti non sarà una rivolta ma una risata a seppellirli. Ecco, se qualcuno oserà fermarci nel nostro ritrovato esercizio di libertà costituzionali, affrontiamolo con il sorriso: «Sto andando da un congiunto facendo sport. E mi saluti sua eccellenza e pure il premier».

La fantomatica «rivolta di massa» sarebbero quelle manifestazioni richieste da Salvini che persino i leghisti hanno annunciato di voler disertare dato che sarebbe folle protestare contro chi ci tutela per inneggiare al padano che ci vuole far infettare?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *