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Romano Prodi, detto “il mortadella”, quello che insieme a D’Alema, negli anni ’90, diede il via alle privatizzazioni selvagge che portarono al saccheggio dei gioielli dell’ IRI, vedi Alitalia, Autostrade, Finmeccanica, Fincantieri e Aeroporti di Roma, tanto per citarne alcuni. Lo stesso che ci mise in braccio all’euro quando ancora non eravamo all’altezza per sostenerlo, raccontandoci che “con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”. Lo stesso Romano Prodi che per primo, in tandem sempre con D’Alema, consegnò le chiavi di casa delle nostre autostrade in mano ai Benetton, ebbene in queste ore ha riservato un assist formidabile a Silvio Berlusconi, andando ad aumentare la già nutrita schiera di quanti, oggi, lo vorrebbero nell’Esecutivo con la scusa dei numeri risicati in Senato. Vedi buona parte del Pd e tutta Italia Viva, ovvero vedi “Superbone”, alias Carlo Calenda, il capetto del micropartito Azione, che nei suoi sogni da megalomane, Berlusconi lo vorrebbe in una “grande ammucchiata” tranne i 5 Stelle.
Ma che ha detto Romano Prodi a proposito di Berlusconi? Ha detto che “non è più un tabù: come ho già detto di Berlusconi, la vecchiaia porta saggezza e qualche cambiamento nella composizione della coalizione di governo non mi sorprenderebbe…”
E detto da lui fa un certo effetto. Chi ha buona memoria ricorderà lo scherzetto che Silvio Berlusconi gli fece nel 2008, quando gli si comprò a suon di milioni un senatore facendo cadere il suo Governo.
Escludendo un principio di alzheimer o di demenza senile, per spiegarsi certe piroette come quella di Prodi in queste ore, ma anche quelle degli altri attori in commedia che si agitano come tante api impazzite in un alveare, non resta che darsi la solita, trita e ritrita spiegazione. Quella passata alla storia del socialista Rino Formica, quando disse che “la politica è sangue e merda”.
Ps: con la variante attuale che la merda sta crescendo di livello.
Roberta Labonia