Chi chiamo se un cane disturba perché abbaia?

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Se il cane del vicino disturba, perché abbaia durante tutte le ore del giorno, non è di certo competente l’Asl la quale, tutt’al più, potrebbe intervenire nel caso di aree rese insalubri dagli escrementi degli animali. Questo potrebbe essere, ad esempio, il caso di un canile o di un recinto di animali che non viene pulito per come dovrebbe, rendendo l’aria maleodorante e nociva.

Competente a intervenire nel caso del cane del vicino che abbaia non è neanche l’amministratore di condominio, il quale non può gestire le liti personali tra condomini (è il caso, per esempio, delle infiltrazioni d’acqua). Egli può solo far rispettare il regolamento di condominio e quest’ultimo, con la recente riforma, non può più impedire ai proprietari di detenere animali in casa.

Neanche il sindaco può avere poteri in merito alla gestione delle liti tra condomini, anche se il rumore può risultare considerevole e dar fastidio, ad esempio, all’intero quartiere.

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Solo nel caso in cui i latrati del cane, per la loro possibilità di diffusione, dovessero dare disturbo a un numero “indeterminabile” di persone, si potrebbe ricorrere alla querela da depositare presso i Carabinieri o presso la Procura della Repubblica, e quindi attivando un procedimento penale. È necessario, tuttavia, per poter procedere in tal senso, che venga disturbato il riposo delle persone e la quiete pubblica, non quindi quella di un solo proprietario. Inoltre, per presentare la querela, non è necessario raccogliere le firme dei vicini di casa, potendosi attivare anche uno solo di essi, quando tutti gli altri preferiscano astenersi dal farlo. E ciò perché le autorità valuteranno la capacità dei rumori, derivanti dall’abbaiare del cane, di irradiarsi intorno all’abitazione del padrone, dando fastidio a tutto il vicinato, a prescindere dalle lamentele dei proprietari di immobili.

Se ti preoccupa presentare la querela perché ritieni di non essere certo che sussistano gli estremi del reato – ossia il disturbo della quiete di un numero indeterminato di persone – non devi temere una controquerela per calunnia: quest’ultima, infatti, scatterebbe solo se tu denunciassi un fatto falso, consapevole che la verità è un’altra.

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Viceversa, se gli estremi del reato non sussistono, l’unica tutela che potrai azionare è quella civile del risarcimento del danno. Dovrai, a tal fine, andare da un avvocato che provveda, inizialmente, a inviare una lettera di diffida per tentare una composizione bonaria della lite. Potresti tentare, prima di andare in causa, un tentativo di conciliazione presso un organismo di mediazione, che potrebbe risolvere il problema senza dover andare dinanzi al giudice.

Come dimostrare il fatto? In questi casi, il giudice dispone, di norma, una perizia fonometrica, ma recenti interventi giurisprudenziali consentono di raggiungere la prova anche attraverso semplici testimoni.

Come dimostrare il danno? Per quanto invece attiene alla prova del danno che hai subito per via dei continui latrati, alcune sentenze recenti ti dispensano da questo onere della prova, ritenendo che esso sia dovuto a prescindere da qualsiasi dimostrazione di pregiudizio concreto (gli avvocati, per esprimere questo concetto, dicono che “il danno è in re ipsa”). È chiaro, però, che se il tuo caso è particolare e ritieni di aver subito un pregiudizio superiore alla media (per esempio, sei un cardiopatico o soffri di insonnia e se vieni svegliato poi non riesci più ad addormentarti) dovrai dare prova di tali ulteriori pregiudizi.

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