Chi è il presidente più protetto del mondo?

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Senza alcun dubbio, il Presidente degli Stati Uniti.

Vi faccio conoscere la Bestia:

Questa limousine ha una blindatura di 12,7 centimetri di spessore, ci sono 5 strati di vetro antiproiettile, porte che misurano 17,78 centimetri, sigillando ermeticamente l’interno, in caso di attacco chimico.

All’interno troviamo fucili d’assalto, gli pneumatici sono di tipo KEVLAR, i cerchioni sono in acciaio e possono resistere anche se gli pneumatici sono scoppiati.

Il serbatoio del carburante è isolato per evitare esplosioni o perdite di alcun tipo. All’interno dell’abitacolo troviamo un serbatoio di ossigeno da usare in caso di attacco chimico.

Nel bagagliaio c’è un sistema antincendio, sistemi di protezione dai gas lacrimogeni e dal fumo, kit medico completo, e sacche del gruppo sanguigno del presidente in caso abbia bisogno di una trasfusione.

Il presidente ha una linea diretta sicura (linea criptata) al vicepresidente e al pentagono.

Tutto questo sarebbe sufficiente per proteggere qualsiasi capo di stato. Ma per il Presidente questo non basta.

Questo è il corteo presidenziale

È composto da più di 30 veicoli.

Le auto che sono davanti a tutte.

Viaggiano davanti a tutto il corteo a qualche centinaia di metri di distanza, il loro compito è assicurarsi che la strada sia sgombra. Di solito si tratta di normali auto e moto della polizia.

Le auto pilota

Si trovano immediatamente davanti all’auto del Presidente. Essi fungono da cuscinetto tra il mondo esterno e il piccolo bunker in cui si trova il presidente.

L’auto del presidente.

Qui troviamo due auto perfettamente uguali, una è La bestia (che abbiamo visto sopra) e l’altra è una replica.

  • Questo per limitare la possibilità che si riconosca l’auto del Presidente.
  • Oppure per trasportare altre persone importanti.

L’auto di mezzo

Viaggia dietro le due macchine del Presidente. Di solito il portellone posteriore è aperto e c’è un membro dei servizi segreti armato con un fucile.

Torre di guardia – o contromisure elettroniche

Il nome in codice di questo veicolo è “Watchtower”, sulla parte superiore ha delle piccole antenne che impediscono che qualsiasi tipo di dispositivo elettronico possa spegnersi .

Il CAT (Counter Assault Team)

Una squadra d’assalto che viaggia dietro il Presidente e agiscono in caso di imboscata, mentre il presidente sarà impegnato a fuggire con la “Bestia”

L’auto per le comunicazioni di sicurezza.

Forse stai pensando: “una macchina solo per comunicare eventuali minacce? Questo è eccessivo”, beh, la mia risposta a questo sarebbe: Non è mai eccessivo! Questa vettura ha il solo scopo di comunicare con gli altri membri del corteo (specialmente con le auto davanti e quelle dietro) solo per essere sicuri che non ci siano minacce.

L’unità di riduzione dei pericoli

Sembra un’ambulanza nera, ma quest’auto è completamente attrezzata per affrontare qualsiasi tipo di pericolo. Ha rifornimenti per affrontare qualsiasi un attacco biologico o nucleare, trasporta rifornimenti generali per tutto il corteo.

Roadrunner

Roadrunner è un veicolo che crea una rete sicura tra il corteo e l’esercito e tutti gli enti governativi. Naturalmente il presidente non si collegherebbe mai a una rete pubblica.

Ambulanza

E, naturalmente, sul retro c’è l’ambulanza, pronta ad intervenire per qualsiasi tipo di emergenza medica, dando priorità al presidente.

E questo per qualsiasi viaggio del Presidente, ovunque vada, che si tratti di comprare una ciambella in bar o di un viaggio in un paese straniero.

Santanche’… santa di che??

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Che sia una donna vanesia lo dimostra il fatto che utilizza un cognome che ormai non le compete più..Santanche’… santa di che?? Utilizzi il suo cognome !! Garnero..

L’ennesima provocazione di Mario Giordano, giornalista ed editorialista de La Verità , non risparmia nessuno, neppure l’inossidabile ministra Daniela Santanché. In un editoriale pungente, Giordano non solo critica la figura della “Pitonessa” della politica italiana, ma lancia un attacco personale e feroce alla sua politica carriera. Secondo il giornalista, la Santanché è “attaccata alla poltrona” come pochi altri ministri nella storia recente e, a differenza di quanto suggerito da alcuni suoi sostenitori, non sarebbe affatto “appassionata di politica”, ma esclusivamente di “potere”.

Giordano, che non è nuovo a interventi di questo tipo, fa riferimento alla frase di un suo ex maestro, l’ex ministro circondato da polemiche Cirino Pomicino: “Daniela non è appassionata di politica, è appassionata di potere”. E proprio su questa riflessione si concentra l’intero articolo, che inizia con una stoccata pesante: “Pochi ministri sono stati incollati alla poltrona come la Santanché. Altro che ‘Pitonessa’, lei è ‘Lady Coccoina’”.

La metafora utilizzata da Giordano, quella del “Vinavil”, è tanto diretta quanto velenosa. Con il riferimento alla colla, il giornalista intende sottolineare come la Santanché, secondo lui, non abbia intenzione di mollare la sua posizione ministeriale. Un’accusa che fa eco a una più generale critica alla politica italiana, che talvolta vede figure di spicco preferire la permanenza in carica a qualunque forma di rinnovamento o di passione per il bene pubblico.

L’attacco, come era prevedibile, non ha lasciato indifferenti i sostenitori della Santanché, che hanno prontamente risposto, accusando Giordano di essere troppo severo. Tuttavia, il tono polemico e le immagini forti scelte dal giornalista continuano a discutere, alimentando il dibattito sulle vere motivazioni che spingono i politici a rimanere incollati alle poltrone di potere.

A margine delle dure parole di Giordano, resta una domanda chiave: le dimissioni della Santanché sono realmente nell’aria? Il ministro, sebbene attaccata da più fronti, ha mostrato fino ad ora una grande capacità di resistenza. Nonostante le polemiche che hanno investito il suo operato, la politica è riuscita a mantenere il suo posto ea rispondere con fermezza a chi la critica.

Ma Giordano, con la sua invettiva, ha posto in primo piano l’idea che la permanenza della Santanché in governo non sia tanto una questione di merito o di passione per la politica, quanto un’opera di consolidamento personale di potere. E, alla luce di questo, la sua posizione potrebbe essere messa sotto esame anche da dentro il governo stesso. Il futuro di “Lady Coccoina” appare quindi incerto, e il vento di critiche che soffia attorno a lei potrebbe determinare il prossimo capitolo della sua carriera.

la “Pitonessa” non ha alcuna intenzione di mollare la presa.

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Daniela Santanchè non arretra di un millimetro e sfida apertamente le pressioni interne al suo partito. La ministra del Turismo, soprannominata “la Pitonessa” per il suo carattere deciso, ha rilasciato una serie di interviste in cui ha ribadito con forza la sua intenzione di non lasciare l’incarico.

“Se un pezzo del partito mi vuole fuori? Chissenefrega!” ha dichiarato senza mezzi termini, rispondendo a chi ipotizza un suo passo indietro. “Il mio è un partito garantista, che sta portando avanti una riforma della giustizia. Mi stupirei se qualcuno chiedesse le mie dimissioni.”

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio, ha mantenuto una posizione prudente sulla vicenda, pur riconoscendo che potrebbero esserci ripercussioni sul piano politico e istituzionale. Ma Santanchè ha prontamente replicato: “Magari lo valuto io l’impatto sul lavoro.”

La posizione della ministra è resa ancora più solida dall’appoggio di Ignazio La Russa, presidente del Senato e figura influente nel partito. “Ignazio è un mio amico, abbiamo un rapporto umano. Non mi abbandonerà mai,” ha sottolineato Santanchè, ribadendo la sua fiducia nel sostegno del potente esponente di Fratelli d’Italia.

Dietro le quinte, però, il malcontento serpeggia. Alcuni esponenti di Fratelli d’Italia vedrebbero di buon occhio un cambio alla guida del Ministero del Turismo per evitare di esporre ulteriormente il governo a critiche. Tuttavia, Meloni deve muoversi con cautela: una rottura con Santanchè potrebbe provocare tensioni con La Russa, il cui peso politico è cruciale per mantenere la stabilità interna del partito.

Le dichiarazioni della ministra si inseriscono in un contesto più ampio, in cui Fratelli d’Italia sta promuovendo una riforma della giustizia basata su principi garantisti. Santanchè sembra determinata a utilizzare questa linea politica come scudo contro le pressioni per le sue dimissioni.

Con il suo carattere combattivo e il sostegno di figure chiave del partito, Santanchè sembra intenzionata a resistere a qualsiasi tentativo di farla fuori. Resta da vedere come Meloni gestirà questa situazione delicata, divisa tra la necessità di proteggere l’immagine del governo e la volontà di evitare scissioni interne.

Una cosa è certa: la “Pitonessa” non ha alcuna intenzione di mollare la presa.

Quali sono alcune curiosità su Ilona Staller (Cicciolina)?

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Ilona Staller è nata a Budapest il 26 novembre del 1951 sotto il segno del Sagittario. I suoi genitori erano rispettivamente un funzionario del ministero dell’Interno ungherese e un’ostetrica. Tutti la conoscono ovviamente per essere stata Cicciolina, un’attrice a luci rosse.

• A 13 anni ha vinto il titolo di Miss Ungheria e già a quell’età, a quanto pare, risalgono i suoi nudi.

Fonte Foto: Cicciolina Ilona Staller (@cicciolina_official) • Foto e video di Instagram

• A poco più di 20 anni conosce Riccardo Schicchi e insieme hanno condotto un programma radiofonico intitolato Voulez-vous coucher avec moi? (Vuoi venire a letto con me?) sull’emittente privata di Roma Radio Luna.

• Ha dichiarato di aver avuto circa 2 mila uomini nella sua vita, tra relazioni private e carriera da diva a luci rosse.

• Cicciolina non è stato il suo unico pseudonimo: si è fatta chiamare anche Elena Mercuri o Elena Mercury.

• La Staller è stata citata da Caparezza nel singolo Goodbye Malinconia (“…Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona/
Né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona…”
).

Il passato di Ilona Staller: è stata una spia?

Il suo passato è avvolto da un alone di mistero e lei stessa ha più volte raccontato di esser stata un agente segreto (nome in codice: Coccinella).

Sono andata a lavorare come cameriera in uno dei più grandi hotel sul Danubio, l’Intercontinental. Un giorno la direttrice mi chiama in privato dicendomi: ‘Tre persone la stanno cercando, vorrebbero conoscerla’“, disse a La confessione.

Quegli uomini le fecero allora una richiesta insolita, che ha dato il via alla sua carriera alla 007: “Noi vorremmo che facesse amicizia con gli ospiti dell’hotel: commercianti, uomini di affari, ministri. Porti loro il gelato, la frutta, e chieda il motivo del loro viaggio in Ungheria“, le dissero.

Il patrimonio di Cicciolina: oggi cosa fa?

La sua popolarità è grandissima, motivo per cui saremmo portati a pensare che il suo patrimonio sia piuttosto cospicuo. Ma non è così: nel 2019 ha raccontato di aver dovuto mettere tutto in vendita, biancheria compresa.

Ho speso tutti i miei risparmi“, ha detto l’ex diva a luci rosse, che, a Vanity Fair, ha raccontato di trovarsi in grave difficoltà economica dopo il taglio del suo vitalizio da ex parlamentare da oltre tremila euro e meno di 1.000 euro al mese.

Non si persa d’animo, però, e per mantenersi ha messo su anche allevamento di gatti persiani a Roma, dove vive. Li vediamo spesso sul suo (aggiornatissimo) profilo Instagram!

Ilona Staller in Parlamento: l’elezione del 1987

Ebbene sì, se qualcuno se lo fosse dimenticato, nel 1987 Ilona Staller è stata eletta in Parlamento, dopo essersi presentata nelle liste del Partito Radicale. Oltre 20 mila preferenze per Cicciolina, seconda solo a Marco Pannella!

Ilona Staller: il figlio e la vita privata

Come anticipato, si è sposata giovanissima con un cliente italiano dell’hotel di Budapest dove lavorava, ottenendo così la cittadinanza italiana.

Cicciolina è stata però legata anche a Jeff Koons, scultore con cui ha avuto una relazione di due anni e mezzo e dal quale ebbe un figlio, Ludwig Koons (nato il 29 ottobre 1992). Per lui iniziò una vera e propria battaglia legale e alla fine ottenne l’affidamento.

L’ “italianità” di Sinner

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Ho vissuto in giro per il mondo e spero di mettere su casa a lungo termine in patria. Ormai buona parte del mondo mi sembra come quel vecchio pub londinese dei tempi poveri che ora ti spinge birra calda su banconi lussuosi e scomodi. Torno in Italia per la simpatia dei miei connazionali, ma non perché la situazione brilla qui. È un po’ come certe feste di famiglia: sai allo stesso tempo quanto ti è mancata e perché te ne sei andato via.

Oggi, dopo tutto quello che Sinner ha dimostrato, la maggior parte dei commenti che vedi sula gazzetta o altri siti di sport italiani è focalizzata sull’ “italianità” o meno del cognome, dell’accento, del colore dei capelli, della sua residenza a Monaco…

Sinner. Un ragazzo umile che sta portando il tennis italiano fuori dal medioevo. Da quando l’anno scorso si è portato il suo primo grande Trofeo in spalla, facendo come tutti la coda all’aeroporto.

Ci chiediamo se sia “italiano abbastanza”.

Il talento non ha passaporti. La vera eccellenza è indipendente da confini, cognomi o da come pronunci “mozzarella”.

Da sempre mi sono considerato un liberale nel senso della parola, non di quelli col poster di Adam Smith in camera ne di quelli che confondono libertà con protesta continua. Mi piace stare dove c’è libertà e quel minimo di rispetto civico che ti fa mettere la spazzatura nel cestino e dire grazie al barista. O magari dargli una opportunità che aumenta la sua libertà.

Amici, se un giorno per disgrazia vi sentite ‘diversi’ da Sinner e non riuscite a resistere al desiderio di pubblicare opinioni personali, cosa che ho appena fatto… potreste semplicemente commentare un GRAZIE a un grande Uomo che probabilmente sta anche ispirando i vostri figli?